TERAMO – Verrà inaugurata sabato alle 18 nel bar-libreria “Empatia” la mostra fotografica “Roba da Matti” di Silvia Compagnoni e Amedeo Troiani sull’ex manicomio di Teramo. «Non dimenticherò mai quella luce», racconta la fotografa, «sono sempre stata intenzionata ad entrare all’interno dell’ex manicomio. Era un desiderio che coltivavo da molti anni ormai e finalmente, sono riuscita ad avere il permesso dall’Asl. Abbiamo visitato l’edificio con una guida, girando per ben tre ore perché era immenso». Nei loro scatti, i due fotografi cercano di catturare tracce di memoria e brandelli di una realtà dimenticata. Vestiario, oggetti di uso quotidiano, arredi di scarso valore, sono tutti ancora conservati nella struttura, chiusa ormai da una quindicina d’anni. La mostra, che si compone di due pannelli di misura 120×60 su cui sono disposte 8 foto, ha uno scopo preciso: «Con questo evento vorremmo “ricordare“ in primis», spiega Silvia Compagnoni, «e sollecitare anche la riqualificazione dello stabile». Presente sin dal 1323 come ricovero per malati e bisognosi, l’ospedale psichiatrico di Teramo, un tempo dedicato a Sant’Antonio abate, è stato il più grande manicomio del centro-sud italiano e uno dei più noti tra quelli d’Europa. Dal 1978 al 1998 iniziò un lento declino della struttura, fino alla chiusura definitiva sancita il 31 marzo 1998. Alla presentazione della mostra è stata invitata a partecipare anche Annacarla Valeriano, l’autrice del saggio “Ammalò di testa. Storie dal manicomio di Teramo (1880-1931)”, edito da Donzelli Editore. Dal suo libro sono state tratte alcune lettere di ex pazienti dell’istituto psichiatrico, che gli ospiti potranno leggere per comprendere meglio il background storico che fa da contorno all’esibizione fotografica.